Manfredonia, 19 novembre 2024
Illustrissime Autorità civili e militari, rappresentanti delle Istituzioni e dell’Imprenditoria,
sono contento di potervi incontrare e salutare a nome di tutta la Chiesa diocesana in occasione dello scambio di auguri natalizi. Non si tratta di un solo momento tradizionale, dettato dalla cortesia, e inserito nelle nostre agende istituzionali. Questo incontrarci vuole essere motivo per rafforzare la convinzione e la volontà di tutti noi a servire il popolo e territorio del Gargano dove siamo stati chiamati a portare le nostre professionalità e competenze, oltre a difendere i valori su cui si fonda la vita civile, sociale e religiosa dei nostri concittadini. La Chiesa, che è in Gargano, ribadisce la volontà di portare il suo contributo di animazione dei valori fondamentali, il suo ruolo educativo attraverso la testimonianza e l’annuncio del Vangelo, desidera essere stimolo alla giustizia sociale ed alla sicurezza civile, collaborando, nel rispetto e distinzione dei ruoli, con tutte le Istituzioni che voi qui rappresentate, e che ringrazio per la presenza.
L’occasione degli auguri diventa così motivo per ribadire il patto socio-educativo che ci lega e costituisce in autorità, per riconoscerci come persone per gli altri, persone per il nostro popolo, servitori del nostro magnifico ed unico territorio. Per utilizzare un’immagine natalizia, mi sento di affermare che lo sguardo positivo che poniamo sul popolo e la custodia e cura del territorio assegnato alle nostre Istituzioni, ci rende qui in Gargano costruttori di un Presepio diffuso che ravviva e sviluppa nell’oggi e verso il futuro tutte le ricchezze e bellezze locali. Un Presepio diffuso che rispetta e armonizza società ed ambiente in un autentico ecosistema di grazia e bellezza travolgente che tutti sono chiamati a riconoscere diventandone protagonisti attivi e responsabili.
Come primo pensiero intendo rivolgere un augurio particolare ed incoraggiamento alle nuove Amministrazioni elette in questo 2024 (Isole Tremiti, Manfredonia e San Giovanni Rotondo) ed alle Autorità Civili e Militari che si sono succedute nei ruoli di leader in quest’anno. La Chiesa locale ha già avuto modo di apprezzare il vostro impegno e pregevole lavoro e intende assicurare la collaborazione per il rispetto del bene comune, per il crescere della giustizia e la garanzia della legalità: sentiamoci alleati, perché solo attraverso una strategia comune, che sappia organizzare il “bene” si può essere certi della sconfitta del “male”, che anche nel nostro stupendo territorio garganico continua ad organizzarsi in modalità criminose e mafiose. L’unione, fatta di pensiero, sentimenti ed azioni coordinate in rete di “bene”, non solo fa la forza, ma è oggi l’unica garanzia di successo e vittoria del “bene comune” sulla violenza dell’egoismo di parte.
Desidero innanzitutto leggervi, a motivo di trasparenza e stima, quanto ho scritto nella relazione per la Visita ad Limina (15-20 aprile) e commentato al Santo Padre. Il testo riguarda il rapporto della Diocesi con le Autorità Civili, ma il medesimo spirito lo posso affermare anche per le Autorità Militari e di Sicurezza presenti nel territorio dell’Arcidiocesi. Ecco quanto ho riportato nel testo ufficiale:
“Devo attestare che esiste da parte delle Autorità Civili locali e delle varie Amministrazioni presenti sul territorio della diocesi un notevole senso di attenzione e rispetto nei confronti della Chiesa diocesana e delle varie parrocchie: si fa attenzione alla missione ed insegnamento sociale e si riconosce la reciproca vocazione al servizio del popolo e del territorio garganico.
Sono attivi canali di dialogo e di comunicazione, praticamente in tutti i comuni, con le Istituzioni pubbliche, che domandano aiuto e collaborazione alle strutture ecclesiali, per far fronte alle situazioni di disagio e sofferenza della periferia e al recupero di fasce di età inclini all’abbandono dell’obbligo scolastico e/o privi della necessaria attenzione e presenza della famiglia nel processo educativo dell’età evolutiva. Il rapporto di collaborazione è stretto in modo particolare tra le Caritas (sia quella diocesana che quelle parrocchiali) e i Servizi sociali comunali: si portano avanti progetti insieme sostenendosi anche nell’opera di sensibilizzazione socio-culturale. La collaborazione è stata particolarmente significativa durante il tempo della pandemia, dove alcuni comuni hanno chiesto ed affidato alle parrocchie gli interventi caritativi e per l’accoglienza di donne e bambini provenienti dall’Ucraina allo scoppio della guerra. Strutturati insieme tra Amministrazioni e parrocchie sono anche progetti di accoglienza ed ospitalità di lavoratori extracomunitari nella stagione di raccolta di prodotti agricoli.
C’è un clima di attenzione e ascolto delle esigenze e dei bisogni della comunità ecclesiale. Ciò si manifesta nella disponibilità a venire incontro alle esigenze del culto e della pastorale, alla organizzazione delle festività religiose locali, con quanto queste significhino come attrazione popolare e turistica, ed in alcuni casi anche all’aiuto per il restauro di edifici di culto.
La maggioranza delle Amministrazioni ha disponibilità a cercare e domandare la posizione della Chiesa sui grandi temi della vita sociale che interpellano il territorio e la popolazione: in particolare ci si interfaccia e collabora per promuovere il senso della legalità, la lotta alle criminalità e mafie, ed alla salvaguardia dell’ambiente. La posizione e sostegno della Chiesa è stato ricercato soprattutto nei periodi in cui alcune amministrazioni sono state sciolte per infiltrazione mafiosa ed hanno vissuto il periodo di commissariamento prefettizio.
Posso affermare che il dialogo e l’attenzione è frutto della stima e consapevolezza dell’importanza che la fede cristiana, professata e parte della cultura della maggioranza dei cittadini, può avere nella crescita armonica delle classi sociali e nella costruzione della regolare vita civile delle città. Pertanto la voce del Vescovo e l’insegnamento della Chiesa trova riscontri positivi, è apprezzata e richiesta sui grandi temi e sulle scelte fondamentali della vita sociale”. Spero, con quanto vi ho appena letto, di aver interpretato e presentato a Papa Francesco, senza forzature, anche il vostro pensiero e le vostre attese nei confronti della Chiesa locale di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.
Con l’imminente festa di Natale si apre anche l’anno del Giubileo 2025 che ha come tema La Speranza non delude (parole della lettera di San Paolo ai Romani 5, 5) e come motto Pellegrini di Speranza. La Chiesa universale e le Chiese particolari sono chiamate, nei loro specifici ambienti socio-geografici, a “riorganizzare” la Speranza, in un tempo di cambio d’epoca e di pericolose situazioni geopolitiche segnate dai drammi di immigrazioni indotte e fumi di guerra sempre più oscuri e tossici. Anche in Gargano e nella Provincia di Foggia la sfida della Chiesa e delle Istituzioni tutte è rivolta ad “organizzare” la Speranza del proprio popolo ed aprire strade di futuro per i cittadini di oggi e le generazioni in crescita ed a venire. Si tratta di una sfida a cui nessuno che è stato costituito in autorità, che è stato scelto con voto democratico dai propri cittadini, o che ha organizzato impresa produttiva può sottrarsi. Chi, come noi, si trova a vivere in tali funzioni, sappia che è architetto di speranza ed ingegnere di futuro: guarda avanti ed aiuta a guardare avanti sapendo che il vero profitto non sta nell’adesso, ma nel garantire continuità e sviluppo per chi verrà dopo.
Per dare ragione alla Speranza che è in noi (cf 1 Pt 3, 15) e tentare di “organizzarla” ribadisco una lettura del termine economia che ho cercato di sviluppare fin dai primi giorni della mia presenza in diocesi, collegandola alla sua vera etimologia: norma a favore della casa!
Mi fermo un attimo sulla parola economia sottolineando il rapporto col termine casa e pensando a Padre Pio, che utilizzò il termine Casa per una grande opera di “economia”. Diventiamo schiavi dell’economia globalizzata e dominata da una finanza speculativa, anche perché dimentichiamo, o ci inducono a dimenticare, il significato etimologico del termine eco-nomia, composto da due parole. Il termine contiene la parola casa e dovrebbe essere tradotto così: norma a favore della casa. Allora l’economia è ben lontana dal non far trovar casa o costringere ad abbandonare casa, perché si può rimanere senza mezzi di sussistenza in nome di norme che mettono il mercato ed il guadagno prima della casa. Mi ha sempre colpito il fatto che Padre Pio abbia voluto chiamare Casa il progetto di ospedale che aveva nella mente e nel cuore. Eppure il termine ospedale è nel suo etimo “bello” perché deriva dal verbo “ospitare”. San Pio sapeva che per ospitare ci vuole una casa e che solo ciò che sa di casa è in grado di curare e sanare veramente, che solo dove c’è spirito di casa c’è benessere e ricchezza. Ed è così che Casa Sollievo della Sofferenza è diventato e continua ad essere il più significativo volano anche di economia e non solo di medicina del nostro territorio.
Allora, carissime Autorità e responsabili delle Istituzioni, l’augurio che faccio a voi ed alla mia Chiesa, perchè possiamo essere organizzatori di Speranza e costruttori di un Presepio diffuso in Gargano e Provincia di Foggia, è racchiuso in quattro parole che diventano sfida: parole e sfide che hanno sapore e profumo di Betlemme, che significa casa del pane, e diffondono i doni del Natale.
1° … nessuno senza pane. Che sia il pane per alimentare i bisogni fisici, sociali, civili e culturali del nostro popolo e territorio; come non manchi il pane eucaristico che alimenta il cammino di chi crede.
2° … nessuno senza casa. Che sia il luogo fisico che permette l’impegnarsi a costruire una famiglia ed il luogo civile per stringere relazioni che formano città, come per chi crede l’edificare la Chiesa famiglia di fede per essere nel mondo sale e luce di senso e testimonianza (Mt 5, 13-14).
3° … nessuno schiavo di un’economia senz’anima, ma attivi costruttori di un’economia che costruisce la società rendendola civile e fa della Chiesa il lievito che la fermenta verso lo sviluppo e la crescita (Mt 13, 33).
4° … nessuno privo di ospitalità. A tutti il diritto di sentirsi accolti dal cuore degli altri e di poter accogliere gli altri nel proprio cuore.
Nel rispetto di queste quattro parole-sfide credo che davvero nel nostro Gargano si possa “organizzare” la Speranza e realizzare un Presepio diffuso per il bene di tutti, per l’amicizia sociale e la Pace universale.
Buon Natale 2024 ed un prospero 2025 organizzatore di Speranza e portatore di Pace!
+ p. Franco Moscone crs
