È stato un evento che ha lasciato il segno quello vissuto sabato 20 settembre a Manfredonia, nella Sala Mons. Vailati e poi in Cattedrale, per il Giubileo della Consolazione. Un appuntamento dedicato a chi porta dentro di sé il dolore di una perdita, di una ferita che non si rimargina.
Accanto all’Arcivescovo padre Franco Moscone e ai genitori di Sara, Anna e Michele Mariucci, ha preso la parola don Francesco Buono, regalando una riflessione che non ha lasciato indifferente nessuno. La sua capacità di toccare corde profonde ha “scosso” la sala, accompagnando i presenti in un itinerario interiore tanto sorprendente quanto liberante.
Uno dei passaggi più intensi è stato quando ha invitato a cambiare prospettiva: non più “elaborazione del lutto”, ma “elaborazione della risurrezione”. Una frase che, da sola, ha illuminato il senso di un cammino che non cancella la sofferenza, ma la trasfigura nella speranza cristiana. Su questo tema si è soffermato anche padre Franco, richiamando la fede pasquale come forza capace di sostenere ogni passo nel dolore.
Poi, con forza e delicatezza, don Francesco ha definito il dolore come un dono: un dono misterioso, che nessuno vorrebbe ricevere, ma che – se accolto – può aprire spazi nuovi di fede, di comunione, di amore che supera la morte. Una parola che ha toccato il cuore soprattutto di chi porta ferite ancora aperte, perché, come ha ricordato, “il dolore di una perdita non passa mai”.
Un altro passaggio che ha colpito tutti è stato il richiamo alla mancanza di un termine per definire i genitori che perdono un figlio: “Esiste la parola orfano, esiste la parola vedovo, ma non esiste una parola che dica questo. Perché? Perché è davvero contro natura”. Un silenzio commosso ha accolto queste parole, come a riconoscere una verità che tocca nel profondo.
La celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo padre Franco Moscone, in Cattedrale, con la testimonianza dei coniugi Mariucci, che custodiamo nel cuore, ha coronato un pomeriggio che non è stato solo un evento, ma una vera esperienza di Chiesa: comunità che consola, che si fa grembo per chi soffre, che ridona speranza asciugando le lacrime.
Chi era presente è tornato a casa più leggero, ricaricato, con il cuore colmo di una consapevolezza nuova: la consolazione è un dono che Dio ci affida, perché nessuno resti solo nel dolore.












