RETE INTERNAZIONALE “PRETI CONTRO IL GENOCIDIO”
Lettera aperta ai Vescovi Italiani riuniti per l’Assemblea Generale della CEI in occasione della preghiera per la pace di mercoledì 19 novembre 2025
A Sua Eminenza Reverendissima,
Cardinale Matteo Zuppi,
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
E a tutti i vescovi della Conferenza Episcopale Italiana
Eminentissimo don Matteo,
desideriamo come membri della rete internazionale “Preti contro il Genocidio” (composta da circa 2.100 sacerdoti di 56 Paesi, tra cui cardinali e vescovi), con rispetto filiale e sincera parresia evangelica rivolgerci a Lei, ed attraverso di Lei a tutti i vescovi italiani, in occasione dell’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, riunita ad Assisi per la conclusione del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, così come già fatto dai nostri confratelli di Spagna con una lettera alla Conferenza Episcopale Spagnola.
Come presbiteri, legati da affetto filiale al Successore di Pietro e in sincera comunione con i Pastori delle Chiese che sono in Italia, sentiamo l’urgenza di condividere la nostra profonda preoccupazione per la tragedia che sta vivendo il popolo palestinese, che la nostra coscienza, alla luce del Vangelo e del Magistero sociale della Chiesa, riconosce sempre più chiaramente come un vero genocidio in atto.
Gesù Cristo non tacque mai dinanzi all’ipocrisia e all’ingiustizia che schiacciano i piccoli. Egli si identifica con ogni crocifisso della storia:
«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).
Per questo siamo convinti che, oggi, usare un linguaggio eccessivamente prudente dinanzi ai crimini contro una popolazione inerme significherebbe, di fatto, tradire quella “carità politica” del Vangelo che ci chiede di prendere posizione a favore degli ultimi. Siamo
con Lei convinti che l’imparzialità evangelica non è neutralità morale ma piuttosto è scegliere di stare dalla parte di coloro ai quali viene negata la dignità, la terra, la casa, il futuro.
Il nostro grido non nasce nel vuoto, ma si colloca nel solco di voci e gesti già espressi dalla Chiesa universale e dalle Chiese che sono in Italia e che insieme vogliamo richiamare.
- • Già nel novembre 2024, in una nota intervista, papa Francesco ha invitato la Chiesa intera a studiare con serietà se la categoria di “genocidio” sia applicabile a quanto sta avvenendo in Palestina. Questo invito ad approfondire, a lasciarsi interrogare dalla realtà e dal grido delle vittime, ci ha raggiunti come un forte appello a non accontentarci di formule generiche.
- • L’appello interreligioso del 29 agosto 2025, firmato da UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, UCOII – Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, COREIS – Comunità Religiosa Islamica Italiana, Moschea di Roma e Conferenza Episcopale Italiana., ha chiesto di favorire qualsiasi iniziativa di incontro per arginare l’odio, salvaguardare la convivenza, purificare il linguaggio e tessere la pace. In quell’appello riconosciamo un prezioso segno di coraggio profetico e di collaborazione tra fedi sorelle.
- • All’Angelus del 21 settembre 2025, il Santo Padre Leone XIV ha espresso il suo apprezzamento per tutte le iniziative di preghiera, di solidarietà e di impegno per la pace, ricordando in modo particolare il popolo palestinese e quanti lavorano instancabilmente per una pace giusta nella regione.
- • Nell’intervista dell’11 novembre alla trasmissione Propaganda Live, Sua Eminenza stessa ha riconosciuto che «le religioni sono troppo timide» e, citando il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha ricordato che le religioni spesso sembrano non riuscire ad affrontare i problemi, ma proprio per questo siamo chiamati ancora di più a cercare il dialogo con ogni mezzo possibile.
Questi riferimenti ci confermano che il momento che stiamo vivendo non permette ambiguità. L’Assemblea di Assisi, nella conclusione del Cammino sinodale, rappresenta un kairos: un tempo favorevole in cui lo Spirito Santo può condurre la Chiesa che è in Italia a una parola più chiara, più evangelica, più vicina alle vittime e capace di tessere ponti di comunione con tutti gli attori politici e religiosi che siano uomini di pace e di buona volontà
In questa prospettiva, la Rete “Preti contro il Genocidio” Le esprime il proprio auspicio che, dalla voce dei Pastori e delle Chiese in Italia, possa emergere con chiarezza:
1. Una parola che chiami per nome ciò che sta avvenendo: il riconoscimento e la denuncia come genocidio dello sterminio sistematico di persone – con decine di migliaia di vittime – e della distruzione brutale di case, infrastrutture, coltivazioni, ospedali e risorse vitali; insieme al blocco dell’ingresso di acqua, alimenti, medicine e
altri beni essenziali, agli sfollamenti forzati e a una devastazione ambientale senza precedenti nella Striscia di Gaza e nella regione.
2. Una condanna inequivocabile di ogni violenza contro i civili, in particolare donne, bambini, anziani, da qualunque parte provenga; e il rifiuto di ogni giustificazione religiosa o ideologica della crudeltà, della vendetta e della punizione collettiva.
3. Una supplica unitaria perchè il cessate il fuoco sia davvero rispettato, per un accesso umanitario libero e senza restrizioni, per il rispetto effettivo del diritto internazionale e per un processo politico credibile che riconosca pienamente i diritti del popolo palestinese e di tutte le popolazioni coinvolte.
In comunione con le Chiese locali, Le proponiamo di sostenere insieme ai confratelli Vescovi:
- • Una giornata di preghiera e digiuno in tutte le diocesi d’Italia il 29 novembre, Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese (che Pax Christi anima con un evento a Padova) per chiedere a Dio il dono di una pace giusta, che non sia solo assenza di guerra, ma riconoscimento di diritti, giustizia e possibilità di futuro.
- • Una mobilitazione di carità concreta che faccia ancor più conoscere lo straordinario progetto, già concordato con il card. Pizzaballa, di aprire un ospedale ma anche la continua promozione e formazione tramite Caritas Italiana e altre istituzioni ecclesiali presenti sul territorio.
- • Un pronunciamento esplicito e pubblico contro ogni corsa agli armamenti secondo il dettato del Vangelo e della nostra Costituzione Repubblicana e a favore del diritto del popolo palestinese a un proprio Stato, libero, sicuro e riconosciuto, accanto a ogni altro popolo che abita la regione, in un quadro di giustizia e sicurezza reciproca, quanto dei cittadini israeliani quanto dei cittadini palestinesi.
Come diaconi, preti e vescovi della Rete contro il Genocidio Le assicuriamo la nostra preghiera e unione spirituale alla celebrazione dei Vespri e alla preghiera per la pace prevista per oggi mercoledì 19 novembre, alle ore 19.00.
Dallo stesso cuore che prega nasce anche una richiesta fraterna: che questo tempo di confronto sinodale diventi occasione per un salto di coraggio, non per rompere il dialogo con la comunità ebraica – che consideriamo fratelli maggiori nella fede e con cui desideriamo custodire rapporti di amicizia e rispetto – ma perché questo dialogo sia ancora più sincero, onesto e trasparente.
Come dice il profeta Osea “il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza” per questo Le chiediamo di ribadire il compito dei pastori di non lasciare nessuna ambiguità o zona d’ombra e chiarire la differenza tra, da una parte, l’ebraismo e i fratelli ebrei da difendere e
custodire e, dall’altra, il sionismo come ideologia politica che può e deve essere criticato come ogni altra forma di fondamentalismo e suprematismo in Terra Santa e in ogni parte del mondo. Parimenti chiediamo che i pastori dicano una parola ancora più chiara e coraggiosa sulla differenza tra il cieco antisemitismo, che tutti abborriamo e condanniamo senza esitazione, e la legittima critica alle politiche del governo israeliano che ha superato ogni proporzionalità rispetto all’orrendo massacro del 7 ottobre (che condanniamo e per cui continuiamo a chiedere un indagine internazionale per cui tutti i responsabili materiali, fiancheggiatori, mandanti e finanziatori siano assicurati alla giustizia), circa il numero delle vittime e circa la compromissione eco-ambientale del territorio della Striscia di Gaza.
Le chiediamo in modalità sinodale che questa coscienza matura, dolorosa e informata del popolo di Dio sia ascoltata dai pastori, e che la voce dei piccoli, dei semplici, dei credenti che soffrono di fronte a queste ingiustizie possa trovare eco nel discernimento ecclesiale.
Come presbiteri, non chiediamo adesione a un’agenda politica di parte, ma un atto di fedeltà al Crocifisso, che oggi continua a soffrire in Palestina e ovunque nel mondo dove i deboli vengono sacrificati alla logica del potere, dell’occupazione e dell’esclusione.
Siamo convinti che una parola chiara, coraggiosa e compassionevole da parte dei Pastori e delle Chiese che sono in Italia sarà un balsamo per molte coscienze, dentro e fuori la Chiesa: per chi fatica a tenere insieme fede e giustizia, per chi rischia di cadere nel cinismo, per chi cerca nella comunità cristiana una luce di umanità in mezzo alle tenebre della storia.
Affidiamo questo nostro appello all’intercessione di Santa Maria, Regina della Pace, e all’azione dello Spirito Santo, perché renda la Chiesa in Italia sempre più capace di ascolto, di verità e di consolazione.
Nel nome di Cristo, che è la nostra pace.
Il comitato direttivo della Rete internazionale “Preti contro il Genocidio” – Italia
19 novembre 2025
Contatto:
Preti contro il genocidio – profetiperlapace@gmail.com
