Don Antonio Spalatro un prete bambino, testimone di santità quotidiana.
In occasione del 71° anniversario del pio transito di Don Antonio Spalatro, la comunità di Vieste si è riunita in preghiera per ricordarne la figura e invocare la sua glorificazione anche sulla terra.
Domenica 24 agosto, nella parrocchia del Santissimo Sacramento di Vieste, è stata celebrata una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da S.E. Mons. Franco Moscone, Arcivescovo di Manfredonia,Vieste, San Giovanni Rotondo. Il 27 agosto, giorno della morte di Don Antonio, la comunità si è ritrovata per la Santa Messa e l’adorazione eucaristica.
Durante l’omelia, Mons. Moscone ha tracciato un ritratto profondo di Don Antonio: La sua vocazione nacque in un tempo segnato dalla Seconda Guerra Mondiale e maturò in una scelta radicale di vita evangelica. Una frase, scritta da studente nel 1947, ne sintetizza il cuore spirituale: “Formare con Cristo un’unica identità”.
Questa visione orientò ogni passo della sua vita. Come Gesù che si incammina verso Gerusalemme, consapevole della croce, Don Antonio visse la sua missione a Vieste con lo sguardo fisso su Dio, attraversando la malattia con fede incrollabile e senza mai abbandonare la sua gente. I suoi ultimi cinque anni furono un’offerta silenziosa e amorosa, un’agonia vissuta per la salvezza dei suoi parrocchiani.
La sua vita fu anche profondamente segnata dall’amore per i bambini. Fondò scuole parrocchiali e seguì da vicino il loro cammino umano e spirituale. L’ultima pagina del suo diario racconta un episodio struggente: il piccolo Peppino, malato di tetano, al quale Don Antonio si rivolge vedendo in lui il Cristo crocifisso. Gli chiede, come il buon ladrone a Gesù: “Ti ricorderai di me in paradiso?” E il bambino risponde di sì. Con questa scena si conclude il suo diario, ma resta vivo il messaggio di un sacerdote che ha saputo trasformare il Vangelo in vita concreta.
La figura di Don Antonio, per la sua attenzione all’educazione, per l’amore verso i più piccoli e per l’impegno a rendere la scuola accessibile a tutti, ricorda da vicino quella di Don Lorenzo Milani. Pur non conoscendosi, entrambi hanno incarnato un modello di sacerdote-educatore, capace di ascoltare, accogliere e guidare i più deboli verso la dignità e la fede. Le loro vite, in contesti diversi, convergono nella stessa passione per la giustizia evangelica e per la promozione umana e spirituale degli ultimi.
Don Antonio ha vissuto con radicalità, ma anche con semplicità. La sua è una santità quotidiana, silenziosa, fatta di amore, sofferenza e dono. Come Padre Pio, nello stesso tempo e nello stesso territorio, anche lui ha condiviso la croce con Cristo: uno nella carne, l’altro nell’offerta spirituale.
Il processo di beatificazione è attualmente in corso. Don Antonio potrebbe essere il primo beato del Gargano del II millennio. La sua vita ci ricorda che la santità non è riservata a pochi eletti, ma è un cammino possibile per tutti, anche oggi, anche qui.
Tiziana Vescera

