Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, stiamo attraversando uno dei periodi più difficili e dolorosi di questo nostro tempo. Sono ormai mesi che ininterrottamente i media ci inondano di immagini di orrore provenienti da terre a noi vicine e care per il loro significato. Si sono risvegliati traumi antichi, aperte nuove ferite e fatto esplodere dentro tutti noi dolore, sgomento e rabbia. Le grandi voci che influenzano l’opinione pubblica sembrano saper solo più parlare di morte, di odio senza fine, di guerra come soluzione alle contese, mentre l’immobilismo della politica internazionale fa correre il rischio che alcuni conflitti degenerino nel 2024 in disastrose situazioni incontrollabili. I capi delle Nazioni, a motivo delle loro politiche bellicose, in modo irresponsabile non sanno proporre altro che l’aumentano delle spese militare. Fanno credere che aumentare le dotazioni di armi corrisponda a sicurezza e protezione, ma in questo modo favoriscono la criminale industria bellica, non curandosi delle conseguenze gravissime che subiscono le popolazioni residenti nei territori di guerra, oppresse da morte, dolore, fame, desolazione oltre a sottrarre risorse pubbliche a beni e necessità più preziose come l’educazione, la salute e l’assistenza: sembra che l’opinione pubblica si adegui a tale pensiero e non si alzano voci contrarie che osino ribellarsi a tale racconto.
Sono tanti i “perché” che si accavallano nella nostra mente, che aumentano il nostro senso di smarrimento perché tutto il mondo sembra ormai luogo di guerre, divisioni, violenze e fame, col rischio che tutti ci stiamo abituando a tali spettacoli senza indignarci e reagire: è un cancro maligno abituarsi alla guerra senza sentirne più ripugnanza e reazione. In tutto questo grave dramma dominato dal rumore assordante delle bombe che uccidono e seminano morte ovunque, dominato dalla fabbricazione e traffico di armamenti come soluzione, si mischiano le tante voci di dolore e i tanti contrastanti sentimenti che colpiscono vittime, carnefici e semplici spettatori.
In questo terrificante spettacolo sento il bisogno di far risuonare la parola del Vangelo della Risurrezione di Gesù: PACE! Si tratta dell’unica parola controcorrente, dell’unica logica ragionevole, dell’autentico coraggio che guida la storia: è la PACE l’unica e ragionevole alternativa alla guerra, non c’è altra parola di vita e di futuro, è la PACE che pone le condizioni per la giustizia e la crescita, è la PACE che salva l’umanità dalla catastrofe. Come credenti in Cristo Risorto non possiamo rimanere neutrali, non possiamo restare in silenzio ad osservare quanto capita: dobbiamo ribellarci ed elevare alto il grido della PACE! Lo facciamo nel nome della nostra fede pasquale, lo facciamo nel nome dei poveri e delle vittime che aumentano ogni giorno in modo indiscriminato, lo facciamo in nome delle giovani generazioni in crescita e di quelle che ancora devono venire e che erediteranno le conseguenze delle nostre decisioni e dei nostri errori, lo facciamo in nome di un Pianeta ferito e sempre più trafitto dalle scelte violente e diaboliche di un oggi che presenta una terza guerra mondiale attiva anche se spezzettata. È PACE la parola di PASQUA, è PACE il messaggio che vince ogni guerra, è PACE il seme da spargere in tutti gli ambienti, culture, situazioni e territori, cominciando dal nostro Gargano, la terra scelta da MICHELE!
Essere discepoli di Gesù Risorto, non significa assolutamente sentirci esonerati dal dovere di dire, denunciare, richiamare, oltre che consolare e incoraggiare. La coscienza e il dovere morale ci impongono di affermare con chiarezza che quanto sta avvenendo nel mondo – dall’Ucraina alla Palestina, dal Libano all’Etiopia, dal Sudan allo Yemen e in tanti altri Paesi del mondo, non è in alcun modo ammissibile e come cristiani non possiamo non condannare la guerra come crimine e peccato assoluto contro Dio. Non ci sono ragioni per giustificare la guerra e le guerre: si tratta di azioni contro la ragione, oltre che contro l’umanità e la divinità. Ogni credente senta il dovere di affermare la PACE e denunciare la guerra: il ricorso alla violenza non è compatibile con la fede nel Risorto, l’uso della guerra non è giustificabile da nessuna religione, la proliferazione ed il commercio delle anime non può convivere con l’annuncio del Vangelo delle Beatitudini.
Quotidianamente i media ci informano con chiarezza come la violenza in atto porta ogni giorno a centinaia di migliaia di morti, tra cui molte donne e bambini, decine di migliaia di feriti, città e quartieri rasi al suolo, mancanza di medicinali, acqua, beni di prima necessità per milioni di persone oltre a lasciare i territori desertificati, inquinati e seminati di ordigni. Sono tragedie che non sono comprensibili alla ragione né giustificabili da strategie civili: non ci sono logiche che possano giustificare la guerra e l’uso di armi per risolvere i problemi e le contese, è dovere cristiano denunciare e condannare senza riserve tali scelte irrazionali ed immorali. E se non bastano le parole del Risorto accogliamo anche quelle della nostra Costituzione italiana all’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Come cristiani non possiamo vivere questo nostro tempo così estremamente doloroso, senza rivolgere lo sguardo verso l’Alto, a Cristo Risorto, senza che la fede illumini il mio e il nostro sguardo su quanto stiamo vivendo, senza rivolgere a Dio il nostro pensiero orante e supplicante per il bene dell’umanità tutta e della casa comune che è il Pianeta Terra. Abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo di una Parola che ci accompagni, ci consoli e ci incoraggi, ed è la parola di Gesù: «Vi ho detto questo perché abbiate PACE in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). Queste parole rivolte da Gesù ai suoi discepoli alla vigilia della sua passione sono un incoraggiamento per tutti. Gesù non dice che vincerà, ma che ha già vinto! Anche nel dramma che verrà i discepoli potranno godere della Sua PACE. Non si tratta di una PACE a buon mercato, né di rassegnazione al fatto che il mondo è malvagio e che non possiamo fare nulla per cambiarlo, ma di possedere la certezza che proprio dentro la malvagità che travaglia la storia e la creazione Gesù ha già vinto, è il Vincitore. Nonostante il male che crede impossessarsi del mondo e farne il suo dominio, Gesù ha conseguito la vittoria, ha stabilito una nuova realtà, un nuovo ordine, che a partire dalla Resurrezione sarà assunto da tutti i discepoli, dunque anche da noi, rinati nello Spirito.
È sulla Croce che Gesù ha vinto, non con le armi, non con il potere militare, non con grandi mezzi tecnologici o finanziari, né imponendosi con sistemi economici e politici schiaccianti. La PACE che Egli porta non ha nulla a che fare con sconfitta o distruzione dell’altro. Ha vinto il mondo, amandolo, donando la vita per amore e donandola per intero. E con la Risurrezione e con il dono dello Spirito la Sua nuova realtà e il Suo nuovo ordine appartengono ai suoi discepoli, cioè a tuti noi. La risposta di Dio alla domanda sul perché della sofferenza del giusto, non è una spiegazione, ma la sua Presenza: è Cristo sulla croce. È su questo che si gioca la nostra fede oggi. Gesù nel versetto citato parla giustamente di coraggio, quello dell’amore e della PACE che non consentono a odio, vendetta, rabbia, sopraffazione, violenza e dolore di occupare tutto lo spazio del nostro cuore, dei nostri discorsi, dei nostri ragionamenti e sentimenti: i Suoi ragionamenti e sentimenti sono animati dal respiro della PACE. E per questo portano beatitudine e giustizia.
Come cristiani, allora, dobbiamo impegnarci personalmente per la giustizia, essere capaci di affermare e denunciare la verità dolorosa delle ingiustizie, del male che ci circonda senza però che questo inquini le nostre relazioni, nella convinzione che non abbiamo altra strada da percorrere che fare tutto il possibile per la PACE, la giustizia, l’uguaglianza e la riconciliazione. Il nostro parlare non deve essere pieno di morte o di porte chiuse, di false speranze o sentimenti che confidano unicamente sul dispiegamento ed uso della forza. Al contrario, le nostre parole devono essere creative, dare vita, costruire prospettive, aprire orizzonti: dire e dimostrare che i gesti forti e rivoluzionari sono fatti di misericordia e PACE! Io voglio, tutti noi vogliamo essere parte di questo nuova logica di vita inaugurata da Cristo con la Sua Croce e Risurrezione.
In questa Pasqua 2024 vogliamo chiedere a Dio il coraggio per essere vittoriosi sul mondo, assumendo su di noi la Sua Croce, che è anche nostra, fatta di dolore e di amore, di verità e di paura, di ingiustizia e di dono, di grido e di perdono, di sangue versato e di misericordia. L’impegno principale che noi cristiani in questo momento possiamo fare è pregare, intercedere per la PACE, compiere gesti ed azioni di PACE in quanto benedetti da Cristo che ci vuole ed istituisce quali operatori di PACE.
Fra pochi mesi i cittadini di alcune Città della nostra Arcidiocesi saranno chiamati a eleggere le nuove Amministrazioni locali: raccomando loro di avere il coraggio di assumere la missione della politica come “arte di carità”, come “opera di pace sociale” e favorire la costruzione di modelli sani di economia sul nostro bel territorio garganico. Perciò, continuo a spronare tutti i cittadini, e non solo gli amministratori eletti, come ho detto in occasione della festa di San Lorenzo Maiorano, a mantenere sempre vivi l’AMORE ed il SERVIZIO per la propria comunità. Come? Custodendo, vigilando e svegliando le coscienze facilmente assopite delle collettività, tanto civili che ecclesiali, seminando instancabilmente legalità, rompendo ogni tipologia di alleanza perversa che cerca di diventare sistema, per lottare contro le “strutture di peccato” che sempre tentano di inquinare ed approfittare di tutte le Istituzioni.
Guardiamo, perciò, a Cristo Crocifisso e Risorto, Salvatore dell’umanità, Redentore del cosmo, Principe della PACE, modello unico di Vita. Attraverso la strada apertaci dalla Pasqua di Gesù portiamo a tutti i fratelli e le sorelle giustizia, PACE, servizio e amore.
Certo che il nostro orizzonte è la Resurrezione, il nostro stile di vita la gioia, il nostro impegno il servizio, la nostra legge l’amore, auguro a tutti buona Pasqua: Cristo è risorto ed ha vinto il peccato e la morte! Alleluja!
Pasqua di Resurrezione 2024
+ Franco MOSCONE crs arcivescovo