Messaggio dal nostro Arcivescovo, padre Franco Moscone

Padre Franco Moscone ha ricevuto tanti messaggi di vicinanza, affetto e preghiera. Per questo e per tanto altro, il suo “grazie” 👇🏻

 

“Giunto al terzo giorno dall’intervento chirurgico è il momento giusto per dire il mio e i mie GRAZIE, a tutti sperando di non dimenticare nessuno.
Al primario dott. Franco Gorgoglione ed alla sua magnifica e preparata equipe di sala operatoria ortopedica: sono davvero in gamba e ti rimettono in gamba!
Al prof. Antonio Cisternino (urologia) e al dott. Antonio Facciorusso (cardiologia) per gli interventi e consigli, vista la mia età di ultrasessantenne: in Casa Sollievo si sa collegarsi tra unità operative.
Ai dottori, infermieri e operatori sanitari del reparto ortopedico, attentissimi, amorevoli e di vera premura: sono quelli che fanno Casa e sentire in Casa!
Alle Direzioni generale e sanitaria, agli Amministratori e operatori della palazzina Uffici, agli autisti: amici che mi fanno sentire nativo garganico!
Alla comunità delle Suore Apostole del Sacro Cuore di CSS: mi hanno preso nella loro famiglia!
A sr. Josette e sr. Viviana: mi fanno da sorelle premurose!
Ai confratelli sacerdoti diocesani e religiosi, che si sono stretti attorno a me da vero e unito Presbiterio.
Alle religiose, incominciando dalle claustrali: sento il sostegno della loro preghiera.
Ai tanti laici e laiche del Popolo santo di Dio dell’arcidiocesi: ne avverto la vicinanza, stima e simpatia, vere spinte per il Pastore!
A Mons. D’Ambosio (don Mimi), P. Gregorio e Sr. Maria Loretta: con l’originalità peschiciana mi rendono garganico d’adozione.
Alle tante Autorità e Amministratori del territorio che mi hanno manifestato la vicinanza: si costruisce collaborazione tra le Istituzioni locali.
A mio fratello, cognata e nipoti; alla mia famiglia religiosa col p. Generale e comunità di Roma: per ora mi hanno “obbedito ” e mi seguono da distanza.
A chi ho dimenticato in questo elenco: mi richiamano la fragilità di cui sono parte.
Sono questi i primi giorni da vescovo in cui non celebro l’Eucaristia, la ricevo come laico dai cappellani dell’ospedale: sono giorni che mi fanno sperimentare l’autenticità dell’Eucaristia che è solo GRAZIE!”