Sinodo, cantieri aperti

Prosegue il cammino sinodale: è Betania l'icona

È stato consegnato alle Chiese l’11 luglio, giorno in cui si celebra San Benedetto Patrono d’Europa, lo strumento nel quale sono indicate le prospettive
 per il secondo anno del Cammino sinodale. All’inizio dell’estate, perché ogni diocesi abbia il tempo di pensare i prossimi passi del cammino.

Chissà se, nello stilare questo documento dal titolo “I cantieri di Betania”, gli autori si siano fatti ispirare anche dalle “nostre passeggiate sinodali” diocesane (qualche cantiere lo abbiamo pure incrociato). Sicuramente sì, visto che questo lavoro è anche la sintesi della consultazione del popolo di Dio, svoltasi nel primo anno di ascolto (fase narrativa) in tutte le diocesi.

Certo è che, il prossimo anno, siamo tutti ancora una volta chiamati a calarci nelle realtà che ci circondano, ognuna di queste con le sue caratteristiche. Tentati di dire, e sentir dire, “tanto poi non cambia niente” nonostante lo scoraggiamento dovuto alla fatica e allo scetticismo di chi si può incontrare, l’invito resta quello di non perdere la speranza, facendosi guidare e accompagnare dallo Spirito ad uscire. Uscire dalla confort-zone, uscire dalle certezze (anche se in questo tempo risulta difficile averle).

“Ascoltare per capire, perché tanti non si sentono ascoltati da noi; per non parlare sopra; per farci toccare il cuore; per comprendere le urgenze; per sentire le sofferenze; per farci ferire dalle attese; sempre solo per annunciare il Signore Gesù (…).” Questo è solo un breve, ma molto significativo passaggio tratto dal documento che, introdotto dal Cardinale e Presidente della CEI Matteo Zuppi, presenta laboratori aperti (cantieri sinodali, appunto) da frequentare a scelta, secondo la propria identità di territorio.

L’icona scelta come punto di riferimento è la casa di Betania e l’incontro di Gesù con Marta e Maria (Lc 10,38-42), il loro sinodo.

“Cammino, ascolto, accoglienza, ospitalità servizio, relazioni, prossimità, condivisione, accompagnamento, casa”…casa aperta a tutti, il sogno di tanti. Una scena dinamica, così come ha voluto Papa Francesco questo Sinodo, dinamico, in cammino ai margini per ascoltare generazioni e narrazioni.

Seguirà, poi, la fase del “raccolto” (fase sapienzale e profetica) su cui riflettere per “acquisire gli strumenti con cui costruire le novità chieste dallo Spirito”.

A breve tutte le diocesi sceglieranno uno dei tre cantieri indicati nel documento, da frequentare e da ascoltare, non come siamo soliti fare solo da guardare: il cantiere della strada e del villaggio, il cantiere dell’ospitalità e della casa, il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale oppure un quarto cantiere che segua lo stile della propria sintesi per darle più valore.

Facciamo nostre e condividiamo le parole del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana il card. Matteo Zuppi: “Il Signore ci aiuti a vivere il nuovo anno di Cammino con questa consapevolezza, matura, segnata dai problemi, certo, ma anche ricca di speranza nello Spirito del Signore che ci guida nelle avversità del mondo ed è l’unica forza nella nostra fragilità perché ci riempie del tesoro di Cristo”.

 

Annamaria Salvemini